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A dispetto di quanto uno si possa immaginare dal nome del regista (è lo stesso di Borat), il film non è una sequela di sfottò e di prese in giro, come avveniva per Borat, ma un'analisi - in alcuni casi anche abbastanza profonda - di come il dubbio, e non la cieca fede, debba essere il motore che l'uomo dovrebbe avere per cercare le risposte alle proprie domande.
Vengono a galla le solite cose aberranti (la negazione dell'evoluzionismo e le teorie dei creazionisti sono francamente incredibili) e altre cose curiose (ad un certo punto viene intervistato un ebreo esperto di tecniche e tecnologie per far svolgere meccanicamente durante lo Shabbat quelle attività che altrimenti sarebbero vietate, tipo comporre un numero di telefono o usare l'ascensore).
Non manca nemmeno un giro nel favoloso parco a tema sulla "Palestina Anno Zero", con ambientazioni plasticose, un Gesù che si fa le foto con te e la rappresentazione della Via Crucis.
Si ride, si ragiona, si riflette.
Bel documentario.
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