mercoledì 22 settembre 2010

[RECE] Se Niente Importa, di J. S. Foer

by pio1976
Premessa 1. Ultimamente trovo più soddisfazione nella saggistica che nella narrativa. Ed è una cosa che ho riscontrato non solo per i libri, ma anche per i film. Sarà che ho trovato dei documentari veramente interessanti sui temi più svariati... ma non divaghiamo.

Premessa 2. Stai a vedere che forse ho trovato una risposta alla marzulliana domanda "c'è un libro che ti ha cambiato la vita"?

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I miei propositi vegetariani, già solleticati dalla visione dei documentari "Food, Inc." e "Earthlings", trovano ulteriore vigore dopo la lettura di questa analisi di tutti gli aspetti dell'allevamento intensivo e dell'impatto che esso ha su economia e salute (oltre che, naturalmente, sulla vita degli animali coinvolti).

Difficile continuare a mangiare carne o pesce (e quantomeno anche uova derivanti da allevamenti intensivi) a cuor leggero, senza porsi la domanda che sta alla base del libro di Safran Foer: da dove viene quello che mangiamo?

Quindi ho deciso di (provare seriamente a) diventare vegetariano, con tutto quello che ne consegue, e cioè alcune piccole rinunce (le tre più sofferte: kebab, rodizio et grigliate, roastbeef della suocera) in funzione del famoso Greater Good.

Ah, non sono l'unico in famiglia a fare questo "tentativo", in questo periodo, solo che a differenza del mio compare (non posso fare nomi, posso solo dirvi che è estremamente barbuto) io ho deciso di dare un taglio netto alla carne, da un giorno all'altro, come quando ho smesso di fumare. Metto le mani avanti (come faccio sempre quando si tratta di prendere una decisione inmportante... l'animo paraculo rimane): non posso escludere che il tentativo fallisca, chiaramente, ma la volontà di cambiare modo di mangiare c'è.

In questi giorni sto facendo la figura dell'estremista con la Graz, che invece, se potesse, mangerebbe costicine anche a colazione. Mi sono ripromesso di non romperle più di tanto le scatole, ma ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto, alla base della mia decisione, ci siano delle informazioni la cui conoscenza, probabilmente, porterebbe molte persone a fare la mia stessa scelta.

In alcuni casi non basta sapere genericamente che "gli animali soffrono", ma è necessario, per quanto doloroso, sapere esattamente quanto e come soffrono. E al di là dell'aspetto della sofferenza degli animali (che comunque è notevole) è fondamentale capire quanto questo tipo di alimentazione incida sull'economia, sull'ambiente e sulla salute di tutti.

Ma sto iniziando a rompervi le scatole... facciamo così: procuratevi questi:
- Food, Inc.
- Earthlings (questo ve l'ho già procurato io)
- Se Niente Importa.

Guardate e leggete, che poi se volete dibattiamo.

14 commenti:

AndreaDFC ha detto...

Per mangiare carne, l'animale deve per forza morire: purtroppo su questo non c'è possibilità di derogare, almeno fino a quando non inventeremo i replicatori di cibo stile Star Trek.
Se quindi il problema è la morte dell'animale, non esistono compromessi.

Ma se il problema è la morte dolorosa, la vita in allevamento intensivo o l'inquinamento generato, penso esista la possibilità di acquistare prodotti che rispettino norme e regolamenti (volontari) più naturali: con un certo impegno è quindi possibile non costringersi ad essere del tutto vegetariani (che, a mio personale parere, è una scelta troppo estrema).

Joe ha detto...

Premetto che non ho letto nessuno di questi libri, comunque in Italia le cose non sono così drammatiche. Esiste una legge e soprattutto una cultura, sia veterinaria, che zootecnica, sul benessere animale. Nel settore si sa, la mucca che sta bene, produce più latte e di migliore qualità, così come la carne, con ovvie conseguenze che comportano costi maggiori di produzione, che ricadono poi sul prodotto. Da noi, per esempio, non è più possibile allevare vacche alla catena, ogni animale deve avere uno spazio minimo per potersi muovere.
Perchè ogni tanto si sente che gli allevatori italiani insorgono per esser tutelati dall’importazione di carni a bassi prezzo dall’estero? Perchè i nostri si fanno il mazzo, poi alla fine trovi la carne al supermercato a sottoprezzo, prodotta da animali gonfi di steroidi e allevati in condizioni pietose.
Posso assicurare che le tecniche di allevamento tradizionale sono ancora molto seguite nel nostro territorio. Allevamenti intensivi ce ne sono, ovviamente, con carni che finiscono nella grande distribuzione. Ma ce ne sono molti ancora a conduzione familiare, addirittura allevamenti allo stato semibrado come le chianine. Ti mangi una fiorentina, stai sicuro che la vacca ha passato tutta la sua vita tra prati e boschi senza quasi mai vedere l’allevatore.
Certo queste carni, oltre che a costare, te le devi andare a cercare, non le trovi al supermercato. Ci sono diversi alimentari di carni biologiche, trovi anche uova di galline allevate a terra e formaggi caprini e bovini da allevamenti di malga.
Quindi la mia opinione è: diventa pure vegetariano se non hai voglia di andare a comprare carne fuori dal centro commerciale.
W la ciccia.

Giacomo Brunoro ha detto...

Buuuuuuuu!!!!! Carne! Carne! Carne! Carne! Carne! Carne!

P.S.
In "natura" i leoni mangiano le gazzelle mentre sono ancora vive...

Nick ha detto...

Premesso che:

a) Non ho letto il libro, ho visto un paio di documentari, e che in generale più conosco gli uomini più apprezzo le bestie..

b) e che se tu e il barba volete diventare nell'ordine ebrei, vegetariani, vegani, testimoni di geova, seguaci di scientology o quant'altro sono essenzialmente cazzi vostri, e tendenzialmente rispetto le vostre scelte, almeno sino al momento in cui suonerete il campanello di casa mia alle 8.00 della domenica...

..venendo finalmente al punto considero la vostra una falsa soluzione ad un falso problema. Spiego.

Qual'è l'essenza del problema? Gli animali di cui ci nutriamo soffrono quindi smettiamo di mangiarli? La soluzione la indica Joe: ci si sbatte di più per verificare provenienza e condizioni di vita della portata prescelta, si va meno al McDonald e più in agriturismo, in definitiva paghiamo una bistecca di più, e quel "in più" è il prezzo della nostra conoscenza.

Sotto accusa non sono ovviamente gli allevatori nostrani, ma l' INDUSTRIA alimentare. L'allevamento intensivo, la pesca indiscriminata, tutti quegli aspetti mostruosi così ben evidenziati nel libro immagino e in Earthlings..Ok, e quindi?

Soluzione 1: Smetto di mangiare carne. Cazzo, un duro colpo per INDASTRIA!

Soluzione 2. Smetto di mangiare carne e faccio girare una catena su Internet. TUTTI smettiamo di mangiare carne. Questo sì che è un brutto colpo per INDASTRIA. Ok, chiudono gli allevamenti. Non si pescano più le balene e i delfini. Il maiale diventa animale di compagnia e Paris ne sfoggia uno da latte dentro la pochette Luis Vuitton. Benissimo. Rimane un quesito, cioè come nutrire questi fottuti 6miliardi e rotti di bipedi antropomorfi?

Già mi figuro lo scenario:

Ovviamente si passerà dall'allevamento intensivo all'agricoltura intensiva. Meno scoregge e gas serra, più OGM, più disboscamento indiscriminato, più inquinamento di pesticidi ecc. ecc.

Una grandinata affamerà il Portogallo. Lo straripamento di fiumi diverrà la maggior causa di mortalità non solo nei paesi meno attrezzati del Sud del mondo, ma in un eccesso di democratica stupidità, anche nei cosidetti paesi civili. Inquinamento delle falde. Meno alberi e meno aria pulita. Senza contare il problema più grave, cioè l'aumento di cimici causato dall'aumento di coltivazioni di soia. Che schifo.

Allora la questione per come la vedo io, non è che mangiamo troppa carne, o troppo pesce, o troppa insalata.
La questione è che siamo TROPPI. E ci si può girare attorno finchè si vuole , ma la realtà è questa.

Joe ha detto...

A parte l'apostrofo sul "qual è", sono d'accordo con Nick.
Trovo sbagliato che una persona decida di non mangiar carne (solo) perchè l'animale soffre o fa pena in cattività.
Possono comprendere altre motivazioni: la carne ingrassa, è difficile da digerire, non mi piace, la mia religione lo vieta, ecc. Ma la sofferenza no.
Ci sono tante soluzioni. Evita la carne nella grande distribuzione, vai a cercare allevatori con vendita diretta e certifica lo stato dell'allevamento, cerca quella biologica o la stalla con Mozart durante la mungitura (esiste, ve lo assicuro). Per fortuna siamo in Italia, paese del pressapochismo, ma sul cibo non scherziamo. Quindi ad un tipo dagli US che mi dice che nel mondo gli animali soffrono per il piacere di un hamburger, io rispondo "chemmefrega, tanto me magno na fiorentina"

pio1976 ha detto...

Nota: non ho mai detto che la sofferenza dell'animale è l'UNICA ragione o la più importante per cui ho deciso di non mangiare più carne. E' una delle ragioni, ma non la più importante.

Per nick: la quantità di cereali e granaglie che vengono coltivati per sfamare le bestie che mangiamo basterebbe da sola ad annullare il problema della fame del mondo.

Posso essere (e lo sono!) d'accordo con Joe sula ricerca di carne proveniente da allevamenti "buoni", ma ammetto che per pigrizia scelgo la limitazione più drastica. Paradossalmente, è più "comodo" decidere di smettere di mangiare carne che sbattersi per cercare il contadino di cui ti puoi fidare al 100%. Per le uova il contadino già ce l'ho, e ha anche dei gran bei capelli rossi. Per la carne vedremo.

Rimane la cosa più importante: non è necessario, per l'organismo umano, mangiare carne. Quindi, a fronte di questa non necessità, perché dovrei minacciare ambiente, salute (e animali) per una cosa che è solo BUONA ma non indispensabile?

Poi mi preme specificare: niente integralismi significa che se mi inviti a cena senza sapere che sono vegetariano e tua moglie ha passato quattro giorni a fare il ragù, magari posso anche evitare di creare problemi e Far Finta Di Niente.

Poi allla fine rimane una decisione personale, non voglio convincere nessuno... io per adesso mi sento meglio così.

Carlo Manara ha detto...

Sottolineo anch'io l'aspetto macroeconomico ed etico che il nostro consumo di carne porta al mondo.

Con l'attuale agricoltura SE NON DOVESSIMO SFAMARE GLI ANIMALI IN ALLEVAMENTO INTENSIVO avremmo la possibilità di sfamare l'intero pianeta.

Il libro di Foer è da leggere. Anche se dopo si continua a mangiare carne.

Ps: anch'io leggendolo mi dicevo 'ma in italia non siamo messi così male' e ringrazio il buon vecchio zio Joe di avermelo confermato ;-)

Raffa ha detto...

... troppi pensieri a riguardo, e contrastanti.

mi consolo con una mozzarella di bufala comprata a Napoli stamattina...

chissà se trattano bene la bufala che l'ha generata...

in bocca al sedano Pietro!

Kecco ha detto...

Mah... da un lato apprezzo molto chi approfondisce e ha voglia di fare anche un piccolo gesto per "cambiare", per "evolversi"...
dall'altro mi rendo conto che siamo abbastanza nella merda... ed è difficile tirarsene fuori...c'è sempre chi ti dirà "no, è il contrario", "no, non ne vale la pena"... insomma, come in ogni campo, è vero tutto e il contrario di tutto.
Io so solo che vorrei mangiare meno carne (per tutte le considerazioni che avete portato alla nostra attenzione, e non solo perchè le mucche hanno uno sguardo tristissimo) e provo a farlo. Mi piace la carne, alcune cose del mondo "carne" anche tanto. Ma non sono essenziali. Se si potesse ridimensionare il tutto credo sarebbe la soluzione migliore, ma immagino sia utopia.
Siamo spinti al consumo in ogni campo e il consumo deve essere selvaggio e massivo. Mangiare, vestirsi, spostarsi. Spendere, spendere, consumare, consumare. E guai a noi se non lo facciamo, l'economia deve girare. Bisogna garantire i necessari numeri affinchè ci sia profitto (e molto) per chi è nelle "stanze dei bottoni". A volte invidio il nostro contadino preferito che credo sia uno dei pochi che conosco che, con difficoltà e compromessi immagino, abbia intrapreso un "cammino" di 'fanculizzazione' della società attuale. Di un vivere più discreto. Però se penso di dover mettermi a fare il gallo con le galline... ;)

Dubito che un mondo più "discreto" sia possibile.
E mi intristisco un poco. E lascio che tutto scorra.

ps ...vorrei usare di più la bici anche. Ma questa è un'altra storia

elisa ha detto...

@joe Vero, le mucche a catena non si possono più tenere ma se pensi che in natura una mucca vive fino a 20 anni, fa un ciclo di lattazione ogni 2 anni che dura 6-9 mesi e in quel periodo produce max 30 litri di latte allora una domanda te la poni:com'è che io e milioni di altri beviamo latte tutti i giorni senza contare i derivati? Perchè oggi una mucca da latte vive 6 anni e produce
fino a 100 litri di latte al giorno, merito di ormoni e doping che vengono usati anche se fuori legge. Questo perchè l'allevatore,se si attiene a tutti gli obblighi, non guadagna un tubo anzi ci rimette pure. Ora, io non giustifico nessuno perchè quel latte poi me lo devo bere e dio solo sa cosa contiene ma faccio un paio di riflessioni sia sui sitemi con cui è stata condotta la politica europea sull'agricoltura e l'allevamento (che a conoscerla vengono i brividi, ve lo assicuro) ed anche sul comportamento dei consumatori a cui non frega più un accidenti di sapere da dove venga e come sia prodotto il cibo che consumano ogni giorno, basta che costi poco e sempre meno.
@Nick vero, siamo troppi ma c'è da dire anche che vogliamo troppo...vorrei conoscere,per esempio, il deficiente che vuole le ciliegie a dicembre (anzi no, uno lo conosco già)
@kecco :) tirare la coda alle galline è molto divertente... meno dover pulire il pollaio ma in compenso i miei pomodori son venuti su che una meraviglia.

Dompiv ha detto...

Questi allarmismi non mi convincono mai al 100%.
Di questo passo si può criticare anche l'insalata perchè si usano pesticidi...
Mah.

Apprezzo comunque la coerenza del diventare vegetariano: sappimi dire come va a finire, ma, soprattutto, se avresti il coraggio di non dare da mangiare carne alle tue figlie (vero grosso dilemma di un vegetariano).

Vorrei vedere quanto durano le tue gambe sane se provi a dire alla Graz "ma perchè non cerchiamo di far diventare vegetariane le bimbe?". Scherzo ovviamente.

Per quanto mi riguarda: evviva la bistecca! E chissenefrega della mucca.
Evviva anche il maiale perchè no, è tanto buono!

Mu.

d

pio1976 ha detto...

Il coraggio di non dare carne alle mie figlie ce l'avrei anche, favorito inotre dal fatto che pediatri e nutrizionisti sono concordi sul dire che la carne non è necessaria allo sviluppo e alla crescita.

Però qui subentra la convinzione che non si possono imporre scelte agli altri, quindi quando saranno in grado di decidere da sole sceglieranno il da farsi.

Comunque il discorso è stato affrontato con la Graz e abbiamo raggiunto la conclusione che pollo e tacchino X da supermercato sono Il Male, e che proveremo a cercare allevamenti "sani" e contadini virtuosi, per le bimbe (e anche per la Graz).

Dompiv ha detto...

Ottima risposta.

Io onestamente non so se avrei il coraggio, anche sentiti nutrizionisti vari ed avuto il loro assenso.

Comunque, non essendo padre, la mia opinione non vale molto!

Sono comunque d'accordo con il motto "siamo quel che mangiamo".

Bisogna quindi stare attenti!

Dompiv ha detto...

Commento sul post di Joe.

E' vero siamo fortunati: possiamo trovare cibi "sani" relativamente facilmente.

Non so se è la stessa cosa per un abitante di New York-Los Angeles o una qualsiasi altra grande città del genere.

E qui si ritorna al discorso sfama 6 miliardi di persone, al progresso e tutto il resto.

Per cui boh.

E' per questo che nulla mi convince al 100%, nè gli allevatori intensivi, nè chi vorrebbe farci tornare con le galline che razzolano nel pollaio.

L'unica verità è che possiamo comunque consumare meno e più intelligentemente.

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