martedì 11 novembre 2008

Il campo dell'arcobaleno - Nijigahara Holograph

by pio1976
Non sono un intenditore di manga ecc. (mi fermo ai capisaldi riconosciuti... Akira, Tezuka, Nausicaa, cose così...), ma ogni tanto incappo quasi per caso in un fumetto meraviglioso, e allora riesco a superare il mio più grande preconcetto: la lettura all'orientale, per il mercato non orientale, è una cagata pazzesca.

Lettura all'orientale: in Giappone i fumetti si sfogliano da destra verso sinistra, e anche l'ordine di lettura delle vignette è, ovviamente, da destra a sinistra. Alcune case editrici, per "fedeltà all'originale" propongono il manga in questione senza adattare il senso della lettura ai canoni occidentali (vuoi per fedeltà all'opera - tipo personaggi che diventano mancini -, vuoi perché senza dubbio è un discreto sbattimento "ribaltare" le pagine e le vignette, soprattutto se in esse compaiono elementi quali insegne, cartine geografiche ecc).

Alcune case editrici se ne chiavano e ribaltano come viene, altre ancora interpellano l'autore e fanno un lavoro certosino (vedi il recente - e bellissimo - Sotto un Cielo Radioso di Taniguchi per Coconino).

Ma tant'è: i puristi come al solito non concepiscono adattamenti all'occidentale, i pigri non sopportano di abituarsi al senso di lettura giapponese, io sto in mezzo: non mi cambia nulla adattarmi alla lettura orientale, ma dall'altro canto non capisco la rabbia dei puristi che non concepiscono il cambiamento per il mercato occidentale.

Questa piccola divagazione che quasi non c'entra un cazzo è per introdurvi a uno dei fumetti più belli e intriganti che abbia letto quest'anno: Il campo dell'arcobaleno di Inio Asano (Planet Manga, 9,90 euro).

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Avvertenza: si tratta di un fumetto abbastanza complicato, di non facile lettura, per i continui salti nel tempo e conseguenti invecchiamenti dei protagonisti, ma l'intreccio tra gli stessi, per come è strutturato, è un fantastico meccanismo ad orologeria.

300 pagine e 13 capitoli che si incastrano come un mosaico tra amore, violenza, leggende popolari, crudeltà che solo i bambini possono avere, e molto molto altro.

In alcuni punti, a livello di collegamenti narrativi, mi ha ricordato il JJ Abrams di Lost (ok, per alcuni di voi non si tratterà di un gran complimento, ma sticazzi, per me Abrams rimane un genio).

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